Egittologia

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**Arwen**91
TOPIC_ICON10  view post Posted on 1/9/2007, 16:59




Storia dell'Egitto moderno

Dal 1882 al 1945
I vasti moti xenofobi, che provocarono non solo l'abdicazione del pascià Ismail (1879), offrirono nel 1882 alla Gran Bretagna il pretesto per intervenire militarmente ed instaurare un protettorato di fatto sull'Egitto, che nel 1914 divenne di diritto determinando un vero e proprio regime di occupazione. Il protettorato di diritto, tuttavia, non durò a lungo: numerosi e gravi moti insurrezionali convinsero la Gran Bretagna, nel 1922, a concedere l’indipendenza e l'Egitto si trasformò in un regno autonomo. Tuttavia gli Inglesi si riservarono alcuni diritti politici e militari che resero l’indipendenza di questa nazione più formale che sostanziale. Sul trono sedette inizialmente Fuad, figlio di Ismail, che regnò in mezzo a continue crisi e difficoltà, finché nel 1936, alla sue morte gli successe il figlio Faruk. Sotto il suo regno venne stipulato un trattato di alleanza anglo-egiziana, che limitava i diritti inglesi al mantenimento di piccoli contingenti a difesa del canale di Suez. Il trattato non fu però mai completamente applicato dagli Inglesi mentre vincolò l'Egitto ad un'alleanza militare con la Gran Bretagna che lo coinvolse nel secondo conflitto mondiale.


La politica di Nasser
Al termine della guerra, il movimento nazionalista cominciò a sollevare il problema della completa indipendenza dalla Gran Bretagna. Ne conseguì l’organizzazione di un’opposizione decisa al regime dispotico e corrotto del re Faruk, finché nel luglio del 1952, con un colpo di stato diretto dal colonnello Naghib, il sovrano fu dichiarato decaduto e nel 1953 lo stesso Naghib fu proclamato presidente della Repubblica. Il nuovo governo avviò un piano di ampie riforme sociali in particolare in campo agrario a cui risulta collegato anche il progetto della monumentale diga di Assuan la cui costruzione si realizzerà successivamente tra il 1959 e il 1965. A partire dal 1954 Naghib fu affiancato alla guida del paese dal colonnello Gamal Abdel Nasser che gli si sostituì definitivamente nel 1956. Sul piano della politica estera Nasser mirò a riacquistare la piena sovranità sul canale di Suez. Aprendo una crisi internazionale con l’Inghilterra (ottobre 1954). Nasser intraprese una politica estera tesa a creare forti legami con gli stati arabi e aderì allo schieramento delle nazioni non-allineate. Nel 1956 il rifiuto opposto dalla Banca internazionale a intervenire economicamente per la costruzione della diga di Assuan (1956) portò Nasser a nazionalizzare la “Compagnia del canale di Suez”, provocando l'intervento di Gran Bretagna e Francia. Questa crisi fu utilizzata a pretesto da Israele che, in accordo con le due nazioni europee, nel 1956 invase l'Egitto, spingendosi sino alla regione del canale. Il conflitto aperto cessò solo con l’intervento dell’ONU, che sotto la pressione di USA e URSS inviò alcuni contingenti militari nella zona di confine tra Egitto e Israele. In politica interna, Nasser represse l'opposizione politica e introdusse un sistema a partito unico, l'Unione araba socialista e nel 1967 ottenne il ritiro delle forze dell'ONU e impose la chiusura dello stretto di Tiran, bloccando qualsiasi accesso ad Israele sul Mar Rosso. Queste misure furono tra le cause alla base dello scoppio della guerra dei Sei giorni, che si concluse con l’occupazione da parte israeliana della penisola del Sinai e della Striscia di Gaza e che determinò un indebolimento della politica di Nasser. Alla sua morte improvvisa (1970) succedette Anwar Al-Sadat, che l’anno successivo promulgò una nuova Costituzione imprimendo una svolta liberale all'economia della nazione, in contrasto con l'orientamento del suo predecessore.

 
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